Il Teak o Teck (Tectona) è un genere di albero tropicale a legno duro della famiglia delle Verbenacee. È nativo del sud e del sudest dell'Asia ed è comunemente un componente delle foreste
tropicali e subtropicali asiatiche.
Il teck è un albero dal
fusto grosso, diritto e cilindrico, che cresce fino ai 30-40 metri in altezza e fino a 1,5 m di diametro. Il tratto inferiore del tronco, sotto i rami più bassi,
può superare anche i 10 m.
Il legno è usato nella
costruzione di manufatti per l'esterno, ponti di navi,strumenti musicali come il didgeridoo e in tutti quei posti dove è richiesta una forte resistenza all'acqua. È anche usato, spesso abusato,
per i parquet.
Il teak si
lavora facilmente ed ha un olio naturalmente prodotto dalla
pianta.
Esistono anche
usi medicinali di questa pianta.
Molti operatori ritengono questa specie legnosa
la migliore al mondo. Le sue principali caratteristiche possono essere così riassunte:
la rilevante durezza, la costante stabilità dimensionale, l'impermeabilità e la bellezza.
Il teak cresce in foreste naturali della penisola indiana, in particolare in Myanmar (ex Birmania) ed in Thailandia (ex Siam).
Le zone più adatte alla produzione sono quelle pluviali, dove si alterna sempre una stagione decisamente secca ad una fortemente umida, fra il 10° ed il 25° grado di latitudine Nord, ad altitudini che raggiungono spesso i
1500 m s.l.m. (in Birmania sui monti Chin Hills).
In tempi abbastanza recenti sono state
realizzate con buoni risultati piantagioni in Costa d'Avorio, Tanzania, Nigeria, Cameroun, Togo, Benin ed in America Centrale. I tronchi hanno una lunghezza che varia dagli 8 ai 15 m., ed il loro diametro oscilla tra i 50 ed i 100 cm. raggiungendo, in qualche raro caso, addirittura i 200 cm.
L'alburno del teak è chiaro, mentre il durame è bruno-dorato, con venature verdastre, a volte nere e grigie. Al tatto ed alla vista appare oleoso e con un caratteristico odore di cuoio vecchio. Contiene un' apprezzabile percentuale di silice ed è refrattario all'impregnazione, anche in autoclave.
La sua essiccazione all'aria è un processo piuttosto semplice, particolarmente per i fusti ai quali è stata praticata
"l'anellatura di base". L'operazione, che viene effettuata ogniqualvolta si vogliano rendere i tronchi più galleggianti per farli fluitare facilmente, consiste nell'asportare un anello di corteccia in prossimità della base dell'albero per provocarne la morte in piedi. L'alimentazione risulta così interrotta avendo tagliato i canali principali di ascesa.
Probabilmente l'effetto combinato di uno "svuotamento" del fusto, per gravità unito al consumo da parte delle foglie di ciò che rimane ancora a loro disposizione rende possibile una certa
"pulizia" del tronco, che si libererà da molte sostanze coloranti assumendo, all'atto della segagione, un aspetto cromatico meno variegato.
Il teak giunse in Europa già agli inizi del secolo scorso, quando si scoprirono le sue doti eccezionali per l'impiego nell'industria navale. Infatti il teak grazie alla sua notevole resistenza alle intemperie viene oggi impiegato soprattutto nella
realizzazione di ponti di navi (deck) senza richiedere alcun trattamento preservante. Altra sua particolarità molto importante è quella
di non alterarsi a contatto con viti o ferramenta in genere. L'unico aspetto negativo è rappresentato dal prezzo piuttosto elevato, che ne limita l’impiego, ma è, d’altro canto, la specie legnosa più indicata ad utilizzi esterni.
Il teak viene attualmente utilizzato piuttosto di frequente anche nella
produzione di pavimenti, di serramenti (note industrie venete stanno ottenendo eccellenti risultati con lamellari di teak di piantagione) e
nella costruzione di mobili da giardino, come i nostri scacchi giganti.
Il legno teak da noi utilizzato proviene da
foreste controllate e non da
territori forestali illegali.